D: I credenti ebrei in Gesù hanno una speciale chiamata da parte di Dio a mantenere e proclamare la propria ebraicità come un’entità distinta e separata dagli altri credenti? I credenti ebrei che vanno al culto nelle chiese cristiane gentili rappresentano una barriera per testimoniare ai loro fratelli ebrei non salvati?
R: Considero molto importante, per il mantenimento della propria identità ebraica, avere un culto di adorazione di espressione ebraica e crescere i propri figli in un ambiente ebraico. Tuttavia, anche se penso che sia importante, non lo vedo come un imperativo biblico o un decreto divino per tutti i credenti ebrei. Mi rendo conto che molti ebrei messianici non sono d’accordo, ma avrebbero difficoltà a dimostrarlo alla luce della Scrittura, perché è davvero una questione di preferenza personale – certamente importante per la propria identità ebraica, ma non un mandato di Dio. E, no, non credo che i credenti ebrei che vanno al culto in chiese non ebraiche siano una barriera per i loro fratelli non salvati. Il fatto è che la maggior parte degli ebrei che si avvicinano alla fede nel Messia lo fanno attraverso la testimonianza di gentili che sono membri di chiesa. Quando si tratta di condividere il Vangelo, non vedo alcuna differenza se un credente ebreo proviene da una congregazione messianica o da una chiesa gentile. Non è ancora provato che l’uno abbia dei vantaggi rispetto all’altro.
Traduzione dell’articolo presente sul sito di Ariel Ministries, www.ariel.org, a cura di Martina Pifferi Speciale
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